domenica 8 dicembre 2013

I Bronzi di Riace tornano a casa





Il grande Nostos dei Bronzi di Riace è dato certo. Lo ha annunciato con orgoglio il Ministro per i Beni Culturali Massimo Bray, che aveva fatto della restituzione al Museo della Magnagrecia di Reggio Calabria delle due pregiatissime statue del V sec. a. C. uno dei suoi obiettivi prioritari.
E' stata una dura lontananza da casa per i due eroi bronzei che vengono dal Mare, ritrovate per caso da un sommozzatore romano, Stefano Mariottini,  a 8 metri dal fondo della costa di Riace, nel cuore dello Ionio.



Solo un braccio spuntava dal fondo della sabbia, ma tanto bastò al giovane per capire di aver trovato un tesoro. Vennero chiamate statua A e statua B e sono diventati un simbolo della città nonché patrimonio dell'Unesco, testimonianza delle migliori conservate della maestria scultorea greca.



Nel 2009 sono stati tolti dal museo che li ospitò dopo il ritrovamento, e sono stati messi, in posizione orizzontale, a Reggio Calabria, nella sede del Consiglio regionale, a causa dei lavori di ristrutturazione del Museo.



Finalmente gli eroi che vengono dal mare tornano a casa, nel museo affacciato sul lungomare più bello d'Europa, e c'è da giurare che attireranno molti visitatori a rendere omaggio ai due bell'imbusti, spesso citati come metafora di bellezza spiazzante e coriacea.
Finalmente, soprattutto, torneranno in piedi, in tutta la loro sfolgorante bellezza. Dopo che i due emersero dalle acque furono sottopposti a esame radiografico a Firenze, la loro straordinaria fattura è stata un grande contributo a scoprire i segreti della scultura greca. Se ne comprese la struttura interna e lo stato del metallo. Sono chiamati bronzi, ma c'è dell'altro: argento per i denti della statua A e per le ciglia d'entrambe le statue, avorio e calcare per le sclere, rame per le labbra e le areole dei capezzoli di entrambe le statue.
I due portenti furono prima esposti a Firenze nel Museo archeologico, poi a Roma, prima di approdare nel capoluogo calabrese.



Stupefacente è l'elasticità muscolare dei due bronzi, dovuta alla posizione cosiddetta "a chiasmo"; la datazione resta ancora incerta e oggetto di contrastanti ipotesi da parte degli studiosi; il bronzo A appare più nervoso e vitale, mentre il bronzo B sembra più calmo e rilassato. Le statue trasmettono una notevole sensazione di potenza, dovuta soprattutto allo scatto delle braccia che si distanziano con vigore dal corpo. Il braccio piegato sicuramente sorreggeva uno scudo, l’altra mano certamente impugnava un’arma. Il bronzo B ha la testa modellata in modo strano, appare piccola perché consentiva la collocazione di un elmo corinzio. Il braccio destro e l’avambraccio sinistro della statua B hanno subito un'altra fusione, probabilmente per un intervento di restauro antico.



Sono aperte anche le interretazioni della mano delll'artista, anche se sembrano due diversi gesti scultorei ad averli creati. Ma poco importa, i Bronzi di Riace, più che mai, sembrano vivere dei vita propria, tanto imponenti e potenti, quanto al tempo stesso misteriosi e sfuggenti.
Reggio Calabria celebrerà in ogni modo il loro ritorno a casa, e molti turisti osannanti sono attesi, pronti a partire dai bronzi di Riace per poi scoprire tutto il resto di questa culla immensa della nostra civiltà che si chiama, giustamente, Magna Grecia.

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