giovedì 9 gennaio 2014

L'orchestra più giovane del mondo


 
 
 
All'ingresso artisti del Parco della Musica centinaia di bambini aspettano trepidanti di entrare. Non sono una scolaresca in gita, e quei pesi che hanno sulle spalle non sono zainetti, ma strumenti musicali nelle loro custodie rigide: sono i giovanissimi elementi della JuniOrchestra di Santa Cecilia, la prima orchestra di bambini e ragazzi, dai 5 ai 21 anni, mai creata in una Fondazione secolare come l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Oggi è giorno di prove. L'appuntamento è al Teatro Studio del prestigioso Auditorium di Renzo Piano. I ragazzi devono esercitarsi per l'annuale concerto che terranno a Montecitorio come omaggio ai Deputati. Il  Direttore è Simone Genuini, maestro di vasta esperienza, che segue la JuniOrchestra dal primo giorno della fondazione. Il programma prevede una partitura molto impegnativa, si stenta a credere che dei bambini che a fatica trasportano sulle spalle strumenti più grandi di loro riescano ad eseguirla: è l'Ouverture da Fidelio di Beethoven.

Entrano con leggii e spartiti. I genitori li hanno accompagnati all'entrata, sperando di ascoltare qualcosa da fuori; non sono ammessi ,le prove sono a porte chiuse per evitare distrazioni.

In un istante il denso brusio di fondo si dissolve, il rumore di zaini, custodie e leggii, tutti prendono posto per salutare il Direttore e dopo un respiro di silenzio parla solo la loro musica.
 
 

"Come valutate questa attività dei vostri figli?, chiediamo alle mamme nel foyer- "Impegnativa, richiede esercizio a casa, ma i ragazzi vivono un modo costruttivo di stare insieme, che sviluppa la socialità. Suonano e si impegnano anche a scuola, ma non gli pesa, vivono la JuniOrchestra come un'esperienza divertente.- dice la mamma di un oboista. La vicina di leggio di mia figlia è ora la sua migliore amica "Una sera ho accompagnato mia figlia Beatrice a sentire una violinista molto osannata- dice un'altra mamma- era entusiasta ma poi ha detto "Mamma, ci divertiamo molto di più noi a suonare insieme".
 
 
 

La JuniOrchestra ha vinto il cosiddetto "Nobel delle arti", ossia il Praemium Imperiale 2013, assegnato dalla Japan Art Association ai giovani di talento che si sono distinti nelle arti, divise in cinque categorie : ha ricevuto una borsa di studio di 5 milioni di Yen (circa 39 mila euro). Alla cerimonia, nell'Istituto di Cultura giapponese, era presente Bruno Cagli, Presidente dell'Accademia di Santa Cecilia che nel 2006 fondò l'Orchestra. Nei ringraziamenti al Presidente dell'associazione giapponese, Hisashi Hieda, e al consigliere internazionale italiano del Praemium Lamberto Dini, ha espresso il senso di questa realtà: "Seguire i giovani è la cosa più delicata e importante, perché sono il futuro della musica, che è un grandissimo patrimonio che l'Italia ha dato al mondo e che bisogna rivalutare come ricchezza anche economica."

Lo scorso settembre la redazione della Repubblica si è vista recapitare una lettera firmata "I ragazzi della JuniOrchestra" : chiedevano con cuore di arginare i tagli alle sovvenzioni, dovuti alla riduzione del FUS (Fondo unico per lo spettacolo). Per ora non si parla di chiusura dell'orchestra, ma l'Accademia di Santa Cecilia cerca il sostegno di privati per garantire la qualità di questa iniziativa culturale. L'Orchestra è nata come un piccolo progetto di bambini che si riunivano nella cornice dell'Auditorium, il responsabile Gregorio Mazzarese e gli altri curatori del progetto hanno visto crescere questa realtà in un susseguirsi di concerti sempre di successo. I piccoli sono stati diretti anche da Antonio Pappano, con gran soddisfazione. Le istituzioni non devono trascurare un tale valore artistico e sociale, "in cui tutti ci riconosciamo", dicono i ragazzi.

L'orchestra è divisa in tre fasce d'età, VYP ( VERY YOUNG PLAYERS da 7 a 11 anni), gli Extra VYP ( da 4 a 7) e Young ( da 11 a 21). Il Maestro Genuini usa metodi diversi: per i piccoli imprime un carattere ludico alle lezioni, suscitando divertimento e concentrazione. Coi grandi ripaga il rigore: "non vi devo spingere, siete tutti super musicisti, voglio solo contenervi, dovete sentire l' energia ribollire dentro di voi", li esorta.

Incluso il coro di voci bianche ha più di 500 elementi. Le prove, a cadenza settimanale, durano pure quattro ore. Tutti studiano privatamente lo strumento da solisti, in conservatorio o con maestri privati, si esercitano suddivisi in sezioni strumentali ( archi, fiati, percussioni) per poi riunirsi nell'intero organico.

Ogni sezione ha un tutor a supporto del direttore. Agli archi c'è il M° Silvana Dolce, violinista dell'Orchestra di Santa Cecilia: le manca molto il lavoro di orchestrale, ma "i ragazzi con la loro allegria mi danno la forza", dice. Alcuni sono così piccoli che non possono suonare strumenti standard. "Abbiamo introdotto una novità assoluta nelle partiture, per permettere ai bambini di eseguire parti che con strumenti di rigore sarebbero inaccessibili- racconta- inventando la parte per "violina", ossia quella per viola adattata a violini ridotti, ossia tre quarti d'un violino normale.

Per il M° Massimo Picca, tutor degli ottoni "vederli suonare tromboni rimpiccioliti è uno spasso". Il tutor viene dalla Banda della Aeronautica ed è esaltato dall' esperienza didattica, anche se è stancante.

Alle audizione per selezionare gli orchestrali quali sono i fattori che valutate per scegliere un talento musicale?- chiediamo al M° Ludovica Scoppola, assistente dei legni - "Senso del ritmo, capacità di concentrarsi, intonazione nel canto, ma per me non esiste il concetto di talento, tutti i bambini nascono musicalissimi"

La Juni ha tanti impegni: oltre al Concerto di Natale, tiene molto a quello benefico per il reparto di Terapia Intensiva Pediatrica del Policlinico Umberto I. Nell'ambito del Festival Suona francese si sono esibiti a Palazzo Farnese in collaborazione con l'Ambasciata di Francia.

Nel 2011 invece un evento col Dipartimento delle Politiche antidroga, dal motto "No drugs, be free ( resta libero dalle droghe). "Far lavorare i giovani dentro la musica è un aiuto all'educazione. C'è preoccupazione nei genitori per le tentazioni a cui i ragazzi sono esposti. Chi suona è in qualche modo salvaguardato - dice Bruno Cagli - il progetto Education di Santa Cecilia dà loro l'opportunità di passare molte ore insieme costruendo qualcosa. Aumentano la fratellanza, perché la musica unisce, questo è il vero significato. - dice il presidente Cagli- Tutti dovrebbero far cantare e suonare i loro figli e le istituzioni possono dare un grande aiuto a promuovere tali iniziative."
 
 

 

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