Intervista a Peterlini
Fondazione Musica per Roma apre le porte dell'Auditorium
Parco della musica per una mostra su Fluxus: Sense / Sound. Una mostra
"didattica" che attraverso la visualizzazione di musiche o l'ascolto
di immagini ci immerge in un movimenti artistico che ha gettato semi poi
cresciuti nelle più incisive poetiche artistiche contemporanee. Sarà dunque
possibile entrare in contatto con musiche che difficilmente si ascoltano e si
potranno vedere le opere visive in tutta la loro volumetrica fluidità. La
componente interattiva e tecnologica rendono questo progetto molto interessante
per i più giovani e per tutte le età. Poster, dischi, libri d'artista ad
argomento musicale. La mostra si estende al Foyer della Sala Petrassi
dell'Auditorium Parco della musica di Roma,
Il logos di partenza è un discorso sulla notazione musicale,
intorno alla quale si sono snodati molti ragionamenti di Fluxus e grazie alla
quale è stata messa in pratica una metodologia performativa e una grammatica
combinatoria esemplare.
La mostra inaugura il 7 Maggio ed è visibile fino al 2
Luglio
Abbiamo raccolto qualche riflessione e ambizione di
Peterlini, il Direttore della Fondazione Bodotti e co- curatore del percorso
espositivo, insieme a Walter Rovere e
con la collaborazione di Giorgio Maffei.
Sensus potrebbe
definirsi un evento Fluxus anch'esso?
No. Diciamo che dà la possibilità di vedere e sentire alcune
cose, ma non è un' azione Fluxus.
Più una storia di
Fluxus?
No. Più un aspetto
didattico. E' una mostra didattica, le sculture sono quasi tutte visive fatte
quasi tutte di parole. Così che avere la possibilità di ascoltare il risultato
vedendo come si traducono in musica diventa una operazione didattica.
Da dove nasce il suo interesse per Fluxus?
Sono stato assistente di un poeta visivo che mi ha messo in
contatto anche con gli altri, come Patterson.
Poi ho lavorato con Francesco Coch.
Ho incontrato la poesia di Fluxus per caso quando ero molto
giovane e poi non la ho più abbandonata.
Ma la musica ha bisogno delle immagini?
Alcune sì.
Quale musica classica
le piace?
Un po' tutta la musica.
Ma quale musicista
incontra di più la sua sensibilità poetica?
Cage sicuramente.
Il suo grande maestro
di Fluxus e nella pratica curatoriale?
Nella musica tutto fa riferimento alla musica di Cage.
Cosa è la musica di
Cage?
In Cage il focus è l'indeterminato nella musica.
Dovendo spiegare a
scuola agli allievi cosa è Fluxus e cosa rappresenta nella storia dell'arte.
Fluxus è un atteggiamento verso l'arte e verso la vita.
La postura verso la vita si caratterizza per una grande
attenzione rispetto a cosa è il caso e l'incontro.
Perché si è scelto il
nome Fluxus?
Il nome è stato scelto da Machunas che fu l'organizzatore
del gruppo, perché in latino vuol dire Flusso.
Cosa può ereditare e
riprendere l'arte contemporanea da Fluxus. Cosa ha seminato nel futuro?
In verità tutta l'arte contemporanea è influenzata da
Fluxus.
Parte dal
concettuale alla azione pura. Molte influenze sono state suggerite dal lavoro di Fluxus.
Come si è trovato nello
spazio dell'Auditorium.
E' uno degli spazi più vivi e interessanti in questo
momento. Molto interessato alla città, con una offerta variegata e una ricerca
dettata dalla curiosità. Un luogo giusto per persone attente alla musica a
riscoprire quello che è stato fatto.
E con Fondazione
musica per Roma come si è trovato?
Un interlocutore molto attento, aperto e competente.
Un suo progetto in
cantiere?
Su Gino Pellegrini, uno dei maggiori scenografi italiani. Da
giovane negli Stati Uniti ha lavorato con Kubrik, Hitchcock. Ha lavorato con
televisione e per molti sceneggiati della Rai o trasmissioni come quelle di
Cochi e Renato.
Un sogno ancora da
realizzare?
Un lavoro sulla poesia contemporanea.
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