sabato 24 settembre 2011

Maternità secondo Comencini


Venezia, dure critiche alla “maternità” secondo la Comencini 08/09/2011

La Mostra del Cinema di Venezia corre ancora sul filo dei temi sensibili dell’attualità nella nostra società:questa volta i proiettori sono puntati sull’maternità. Cristina Comencini, insieme agli attori Claudia Pandolfi e Filippo Timi ha commentato, nella sala stampa del Lido, l’anteprima di “Quando la notte”.
Il film è girato a Mucugnaga, alle pendici del Monte Rosa, nelle alpi piemontesi. È la storia di una giovane donna che si trova, senza l’aiuto di nessuno, a crescere il bimbo avuto da una guida alpina e che soffre le costrizioni di un tempo immobile, speso nell’isolamento tra le montagne, senza possibilità di ritagliare un spazio per sé, ai doveri dell’accudimento.
I due genitori si ritroveranno, dopo anni di separazione, in un finale di riconciliazione e passione.
Al Lido l’accoglienza della platea è stata negativa, non è mancato qualche fischio. La regista ha risposto alle critiche sulla sceneggiatura del film troppo poco distaccata dal linguaggio e dalle atmosfere dell’omonimo romanzo, scritto dalla Comencini stessa per Feltrinelli.
Quei paesaggi di montagna in cui la giovane mamma non riesce a ritrovarsi inducono inevitabilmente gli spettatori in sala a ripensare agli scenari di Cogne, in cui un delitto aberrante è nato proprio dall’isolamento montano di una donna. Forti sono i fotogrammi in cui la mamma, esasperata dal pianto dirotto del bimbo, lo scaglia via con violenza.
Ogni istanza della madre in quanto donna viene sopita e subordinata ai bisogni del figlio, ma non lo stesso avviene per i padri il cui contributo all’allevamento dei figli è ancora opzionale.
In questa situazione a rivelarsi assente è proprio il padre: vuoto colpevole di padri spesso oberati dal mondo del lavoro e incapaci di assolvere alle loro responsabilità genitoriali.

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