domenica 12 giugno 2011

TUTTI PER TUTTI


L'atteggiamento dei poveri verso gli abbienti, della gente verso i potenti, della sapienza popolare verso l'ignoranza dei presuntuosi e la prepotenza dei facoltosi può essere sicuramente l'ironia.
Tanti maestri nel mio cammino hanno forgiato questa convinzione scolpendomi a chiare lettere in testa che il sentimento del contrario è il solo segreto del miglioramento, la molla della distanza critica e una spinta alla gioia di vivere.
Ironizzare su chi ci reca ingiustizia è certo meglio che adulare o perdonare con cuore sincero.
L'ironia garantisce la pace sociale senza pregiudicare il dirittò alla propria identità e la libertà delle idee.
Il dubbio e il desiderio di conoscere fanno si che tra noi e l'altro ci sia un rapporto continuo.
Ma chi mi potrà conoscere meglio come cittadini, come lavoratore, come genitore, figlio o pensatore, chi mi potrà conoscere nella reale vita quotidiana in un idea completa e in un discorso continuo, attraverso i miei problemi, la mia ambizioni, i bisogni e le difficoltà reale che affligono la mia vita quotidiana?
Solo uno come me, solo chi vive la comunità nel mio stessospazio, chi esperimenta la cittadinanza guardando le cose dalla mia stessa prospettiva.
Quanti saranno i parlamentari che negli ultimi tempi hanno dovuto chiedere soldi in prestito a un amico per arrivare letteralmente a fine mese?
Quanti dei nostri politici sanno quanto costa ricaricare il  cellulare?
Quanti dei nostri deputati sanno cosa significa una coda alle poste per terminali bloccati, o quanto è aumentato un chilo di pane, a tale punto da rinunciare ai panini all'olio in favore delle più accessibili pagnotte?
Quanti dei nostri parlamentari hanno dovuto vendere i propr beni per sfamare i figli, o accendere finanziarie per sovvenzionare gli studi o fare una tac?
Ebbene per auanto tempo ancora potremo essere così indifferenti al potenziale dell'attività politica?
Per quanto tempo ancora pensiamo di doverci disinteressare alla cosa pubblica, a tale punto da mandare a rappresentarci in parlamento persone che neanche ci conoscono, che non si sono mai fatti guardare in faccia davvero?
Non è più tempo da permettersi il lusso di mandare a governare persone solo perchè sono ricche, prestigiose o peggio ancora famose.
La democrazia è di tutti, nel  pensiero e nell'azione, e per definizione; la democrazie è nostra, negli oneri e negli onori.
La cosa publica è come una vita umana e ogni altro essere del creato: chiede cura e partecipazione.
E' giunto il momento di scendere nell'agorà , più che in campo, per ricordarci che la città è di tutti.
La rete informatica  ha già trasformato il mondo in una  community digitale, questo vuol dire che la democrazia e il pluralismo sono già possibili.
C.C.

Nessun commento:

Posta un commento