venerdì 29 aprile 2011

dentro la parola SANTITà

Giovanni Paolo II sarà presto Santo, ma cosa significa la parola santità, e come si caratterizza un uomo visitato da questa Grazia?
il primo soccorso nel ragionamento ci giunge sempre dalle radici della parola, che proviene in effetti dallìebraico CADOSH, appunto "santo tre volte", appellativo esclusivamente riferito alla somma perfezione di Dio. Ma nella vita e nel gesto concreto di ogni giorn essere santo e agire santamente, significa, secondo me, agire nella maniera più umana possibile, conformemente a quella linea di pensiero e a quello stato di massima coscienza che nell'uomo detta l'idea del bene e del bene. Non mi si accusi di innatismo se credo che agire nella santità significhi escllusamente porgere ascolto a quella voce intima, silente ma convincente, che ci orienta istintivamente verso la bonmtà, l'equità, la sincerità. Qualunque pensiero o azione vertano in direzione opposta rispetto a questo mondo di buoni fini, che istintivamente percepiamo come perseguibili e auspicabili, noi siamo comunque in grado di correggerli, sostituirli con una intenzione positiva, che per lo più coincide con una appassionata tensione verso il prossimo. Il prosssimo, altro da noi, meta della nostra indole conoscitiva ed evolutiva.
La santità risiederebbe dunque in questa inclinazione al bene verso i nostri simili, nella profonda incrollabile convinzione che non possa esservi per l'essere umano felicità possibile, se non procacciata da ciò che di più umano vi è in noi: la capacità di pensare e di amare.
QUESTA PER ME LA SANTITà.
C.C.

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