giovedì 21 aprile 2011

prova ad esistere


Questo è un post impegnativo, perchè dovrò parlare di filosofia, anzi di teologia. Scelta poco astuta se il mio intento è l'audience, ma di sicuro vincente se a spingermi è solo la voglia di condividere con tutti riflessioni buone e trainanti.
Oggi, 21 Aprile, è anche Sant'Anselmo dìAosta. Un padre della Chiesa, arcivescovo di Canterbury, che mi colpì molto già ai tempi del liceo. Quest'uomo, nella sua opera più nota, il Anselmo è ricordato non solo come teologo, ma anche come filosofo (viene talvolta definito il "padre della Scolastica"), soprattutto per la ricerca, sviluppata nel Proslogion, di un unum argumentum, un unico principio immediato e fondato solo su sé stesso per la dimostrazione dell'esistenza e degli attributi di Dio.
Capita a ciascuno di noi di pensare a Dio, premette Anselmo, pensare quindi a un essere superiore a tutti gli altri. Questio stesso pensiero sarebbe secondo il teologo prova della sua realtà.
Immanuel Kant definí questa dimostrazione prova ontologica dell'esistenza di Dio, sebbene Anselmo non abbia mai utilizzato questa espressione. Mi restò immediatamente impressa l'argomentazione anselmiana, forse prorpio perchè la scoprii nel manuale di filosofia, ai tempi del Liceo. Gli anni della scuola sono prorpio quelli in cui, per costruirci un'identità e un'idea del mondo, viviamo una forma di virginale esistenzialismo, e siamo portati a pensare alla morte, e all'idea di Dio, perchè in noi sta sbocciando la vita adulta e responsabile, e perchè iniziamo a percepire la caducità del tempo. La prova di Sant' Anselmo placò molti miei dubbi circa l'esistenzza di Dio. Il ragionamento è semplice e assoluto, perchè si basa sull'identità tra essere e pensare. se ion posso pensare un'entità perfetta, atemporale, ubiqua, orientata al bene, allora vuol dire necessariamente che essa esiste.  Una prova mentalista, accessibile a tutti, attraverso il pensiero e la prorpia interorità.
Ma nel caso in cui io pensassi  a un cavallo alato? 


1 commento: